Messaggio della Priora Generale in occasione del Centenario
“Come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo”: è questa la descrizione del giusto che ci viene data dal Salmo 1, descrizione che si addice pienamente al nostro Padre Fondatore, il Servo di Dio Didaco Bessi. Una vita, la sua, fecondata dal fiume abbondante della grazia, che ha i suoi tempi e modi per manifestarsi nei frutti. Cento anni orsono, un prete “di campagna” moriva nella sua canonica dopo una lunga e dolorosa agonia. Povero al punto che una volta morto non si trovò in canonica un materasso decente dove adagiarlo e per le spese del funerale fu fatta una colletta tra il popolo di Iolo.
Alla morte di don Didaco, rimaneva, piantato lungo il corso d’acqua, solo un tenero virgulto, la nostra Famiglia religiosa, esposta alle intemperie della storia. Eppure a suo tempo i frutti sono venuti, inimmaginabili per quello sparuto gruppo di suore che viveva il 25 maggio 1919 con angoscia e incertezza nel futuro. Sembra quasi di vederle, tornare a casa dal funerale del Pievano e ritrovarsi nella casetta di via Guazzalotri, nella piccola cappella, per esaudire il desiderio di don Didaco, che continuamente chiedeva preghiere per lui, “peccatore”, in vita e dopo la morte.
A distanza di cento anni, siamo nella stagione dei frutti. E quella cappella, oggi rinnovata grazie alla maestria dell’artista Gabriella Furlani e ai preziosi consigli dell’architetto Marcello Marchesini è di nuovo il cuore di questa casa. In essa, anche oggi, le figlie di don Didaco Bessi possono attingere ancora alle correnti di grazia che scaturiscono dalla preghiera e, in particolare dall’adorazione eucaristica, e donare la dolcezza dei suoi frutti al mondo intero
Madre Generale: M. Paola Colotto O.P.