“L’obiettivo principale cui tende il vostro vivere insieme è che, nel comune progetto di ricercare Dio, conseguiate piena sintonia a livello di mente e di cuore curando la massima concordia tra quanti abitate sotto lo stesso tetto”.

Così comincia la regola di sant’Agostino di cui s. Domenico ha voluto dotare il suo Ordine. La vita comune comprende la messa in comune dei beni, della preghiera, della tavola, la riunione in “capitolo conventuale”, ma anche l’unanimità nella verità e nella carità. Agli occhi del mondo, prima di ogni discorso, la nostra vita è la nostra prima predicazione.

 

Vita comune è condivisione della vita. E questa è una cosa che si impara, si costruisce insieme, con la collaborazione di tutti, ma non è un atto puramente umano, perché, anch’essa, non può prescindere dal fondamento della Parola di Dio. La Parola ci nutre e parla in noi, rendendo significative le nostre parole. D’altra parte, la comunità non è tale per la volontà dei suoi membri, ma in virtù di obbedienza, quindi per volontà di Dio. E lì dove siamo, siamo chiamati a vivere quell’amore che Dio per primo ci dona, ogni giorno, in ogni istante:

“In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. (1Gv 4,10).

 

In comunità siamo chiamate a offrirci a vicenda speranza e misericordia. Tutte facciamo la stessa fatica, tutte siamo deboli. E proprio per questo abbiamo bisogno di riscoprirci ogni giorno sorelle, per sostenerci reciprocamente nel cammino. Così si esprime il nostro fondatore, don Didaco: L’immagine della vera carità fraterna, di quella carità sincera, disinteressata, di quella carità che tutto soffre, nulla esige, a tutti serve, tutti senza distinzione abbraccia, non può aversi che nelle comunità Religiose, purché siano animate dalla spirito di Gesù Cristo.

 

 

La comunità è dunque il luogo della misericordia, del perdono accolto e donato, della gioia di vivere insieme come sorelle, chiamate perché amate. Quando entriamo “ufficialmente” nella vita religiosa, alla domanda: “Che cosa chiedete”, la risposta è: “La misericordia di Dio e la vostra”. Questo ciascuna chiede e dona alle sorelle, a partire dalla personale esperienza di grazia, che è l’incontro con la misericordia di Dio.